REGGIO EMILIA – “Occorre investire di più sulla prevenzione”. Lo ha detto a Tg Reggio la dottoressa Adriana Albini, ricercatrice oncologica e studiosa di temi legati alla salute del pianeta per la salute dell’essere umano. L’ex direttrice del dipartimento di ricerca dell’ospedale Santa Maria Nuova ieri si è trovata nel mezzo del violento nubifragio che ha colpito la Lombardia.
“Come ci vuole il piano pandemico per le epidemie, visto che con il Covid ci siamo fatti cogliere impreparati, ci vuole un piano per le emergenze idrogeologiche e climatiche: dobbiamo puntellare di più i territori, mettere in sicurezza, verificare. Rimboccarsi le maniche sempre e non aspettare questi momenti perché, come nel mio campo che è quello della ricerca oncologica, prevenire è meglio che curare”.
Era partita dalla sede dell’istituto europeo di Oncologia a Milano e stava rientrando a casa, a Sesto San Giovanni. “Erano le 14, ma era come se fosse notte”, le sue parole. Improvvisamente, continua la Albini, si è trovata davanti un muro d’acqua e in mezzo a una violenta grandinata. Si è fermata e ha cercato un riparo: “Ho sentito degli schianti e quando sono uscita di lì, proprio sulla strada che stavo facendo è crollato un albero. Ho pensato che non era il mio momento: se fossi andata avanti mi sarebbe arrivato l’albero sulla macchina. Ho visto intorno una devastazione pazzesca, con alberi divelti, pezzi del cantiere che abbiamo in casa sparsi in mezzo alla strada”.
Cosa si prova in questi momenti? “Ho avuto paura. Nella mia strada ci sono molti alberi e ho subito pensato che sarebbero stati divelti. La paura è stata tanta anche perché con il muro di acqua, se ci fosse stata una macchina davanti a me l’avrei presa in pieno. C’è tantissimo da fare: non siamo capaci di generare una quantità sufficiente di energie alternative per contrastare i cambiamenti climatici – continua la dottoressa Albini – Ci sono tanti progetti, ma anche tanti ostacoli burocratici. Nonostante ci siano livelli di scienza eccellenti in Italia e nel mondo, in qualche modo in questo settore non ci stiamo muovendo abbastanza. Soprattutto sulla prevenzione: ogni volta che accadono questi nubifragi abbiamo tombini intasati, terreni che franano, situazioni di edilizie non sanate”.