BRESCELLO (Reggio Emilia) – Fra una settimana la delicata decisione del giudice Roberta Malavasi su Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini, i due ex sindaci di Brescello accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.
Giudicati a Bologna con rito ordinario, per entrambi la pm antimafia aveva già chiesto il rinvio a giudizio, mentre le difese oggi, in tre ore d’arringhe, hanno puntato sull’assoluzione. Con a fianco il loro assistito, i difensori Valeria Miari ed Alessio Fornaciari hanno replicato rimarcando che Vezzani si era mosso come sindaco con le conoscenze e gli strumenti di contrasto alla ‘ndrangheta del tempo, la cui vera consistenza si conoscerà solo dopo, con Aemilia.
Sempre Vezzani con dichiarazioni pubbliche aveva esortato i concittadini a denunciare atti illeciti, era inserito in tutti gli organismi antimafia, la Commissione prefettizia d’inchiesta aveva ritenuto regolari i suoi atti amministrativi.
Non presente in aula, invece, Coffrini che si era difeso a spada tratta nell’udienza scorsa. Per lui hanno ora aggredito la pesante accusa gli avvocati Mario L’Insalata ed Eleonora Ciliberti, parlando di nessun convolgimento nel rafforzamento del sodalizio mafioso, specificando che il senso dell’ormai famosa intervista resa a Cortocircuito era di dire che non era corretto identificare un intero paese con la ‘ndrangheta .
Esaurite anche le arringhe delle dieci parti civili, fra cui il Comune di Brescello che tramite l’avvocato Salvatore Tesoriero ha chiesto mezzo milione di euro di danni. Chiuso pure il corposo versante patteggiamenti su reati tutti con l’aggravante mafiosa. Nove gli imputati: decisivo come grimaldello giuridico, l’accordo fra accusa e difesa, di fissare le pene in continuazione con le condanne già emesse per loro nel procedimento Grimilde. L’entità dei patteggiamenti in una forbice di un minimo di nove mesi ad un massimo di un anno e mezzo di carcere.
Di spicco la figura del 45enne Salvatore Grande Aracri detto ‘Calamaro’, detenuto in cella a Spoleto e già condannato in passato per associazione mafiosa. Difeso dal suo storico avvocato (cioè Giuseppe Migale Ranieri) ha patteggiato un anno e mezzo di reclusione per usura e riciclaggio.
Riciclaggio l’accusa anche per Mauro Usuardi, Claudio Bologna, il povigliese Pascal Varano, Giuseppe ed Albino Caruso, a cui si aggiunge Leonardo Villirillo che è finito nei guai anche per trasferimento fraudolento di valori. Patteggiamento di nove mesi per il brescellese Paolo Pucci e per il montecchiese Devid Sassi, rispettivamente per minaccia ed usura.
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