REGGIO EMILIA – Indagini chiuse. A distanza di 18 mesi dall’incidente in cui morirono, scendendo con uno slittino su una pista da sci sul Corno del Renon, la piccola Emily Formisano (8 anni) e, dopo 40 giorni di agonia, la madre Renata Dyakowska (38), la Procura di Bolzano fa un passo avanti formale importante nella definizione di una vicenda che sconvolse non solo Reggio, dove la famiglia viveva, ma anche l’opinione pubblica nazionale.
Siegfried Wolfsgruber, all’epoca dei fatti presidente della società Funivie Corno del Renon Spa, è indagato per omicidio colposo. La Procura ha stabilito anche il concorso di colpa della donna che si trovava sullo slittino con la figlia.
Prosciolto invece il padre e marito delle due vittime, Ciro Formisano, che era stato inizialmente indagato.
Madre e figlia avevano imboccato, su uno slittino, la pista nera riservata agli sciatori anziché quella dedicata alle slitte: persero il controllo dello slittino in un tratto ripido, uscendo di pista e finendo contro un albero. Il giudice per le indagini preliminari aveva disposto in incidente probatorio una perizia sulla correttezza della segnaletica: il consulente Ernesto Rigoni aveva contestato soprattutto la collocazione del cartello, che anziché essere vicino alla pista, era ad una quarantina di metri dalla stazione a monte dell’impianto di risalita.
Nell’avviso di conclusione indagini la Procura non contesta comunque la collocazione del cartello, ma altri tre aspetti: l’assenza di una scritta in italiano del divieto sul cartello, la mancanza di una chiara delimitazione del tratto iniziale della pista nera e l’assenza di barriere protettive nel punto in cui lo slittino uscì di pista.
“E’ il secondo passo avanti dopo il rigetto della richiesta di archiviazione”, ha detto a Tg reggio l’avvocato Liborio Cataliotti, che insieme alla collega Silvia Zandaval rappresenta la famiglia Formisano. “Crediamo che non vi sia stata nessuna responsabilità della signora Renata – ha aggiunto – e ci auguriamo che anche questo sia accertato”. I legali sono in attesa di ricevere la notifica dell’atto di conclusione delle indagini e nei prossimi giorni incontreranno i loro assistiti.
La famiglia Formisano risiede a Masone ed era composta dal padre Ciro, 43enne di origini napoletane, dalla moglie Renata di origini polacche e dai due figli Emili ed Emanuele di 15 anni; era in Alto Adige per passare qualche giorno di vacanza.
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