REGGIO EMILIA – Le ricerche del 22enne gravemente indiziato dell’omicidio di Mohamed Alì Thabet stanno procedendo secondo logica. Nonostante non sia escluso che possa essere salito su un treno ed essere quindi adesso anche parecchio lontano dai nostri territori, è molto più plausibile che il giovane tunisino si sia nascosto in zone che conosce, magari ottenendo l’aiuto di qualcuno, o forse che si stia spostando da un luogo all’altro. Gli inquirenti lo cercano da cinque giorni. In campo ci sono i carabinieri reggiani, coadiuvati dalla squadra mobile, ma anche i colleghi modenesi. Lo scorso gennaio il 22enne, assieme ad altri senza fissa dimora, era stato scoperto ad occupare abusivamente uno stabile in disuso di via Indipendenza a Sassuolo. “Era destinatario di un decreto di espulsione”, dice il sindaco della cittadina, Gian Francesco Menani. “I controlli ci sono, monitoriamo gli immobili vuoti. C’è stretto riserbo sulle indagini. Speriamo arrivino a un dunque”.
La procura di Reggio ha già emesso un decreto di fermo. L’aggressione mortale è praticamente a disposizione degli inquirenti un frame dopo l’altro. Le telecamere della stazione di Reggio hanno ripreso l’inizio della lite e poi l’accoltellamento sulla banchina del binario 1. Al di là del movente, sul quale non c’è certezza visto che per ora la pista principale parla di futili motivi, la morte di un 18enne arrivato in Italia come minore non accompagnato poi uscito dai percorsi di accoglienza e diventato un senza fissa dimora mette sul tavolo temi che esulano, in parte, dal fatto in sé. Che riflessioni ha aperto nell’amministrazione questa vicenda? Menani: “Mi ha lasciato indifferente. I controlli e i risultati ci sono”.
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