REGGIO EMILIA – Nuova udienza questa mattina in tribunale anche per il processo in cui rischia l’ergastolo Hicham Boukssid. Stiamo parlando del 37enne cittadino marocchino accusato dell’omicidio di Hui Zhou, la barista cinese uccisa a 25 anni nell’agosto 2019, al bar Moulin Rouge. Ascoltate in aula, la sorella e la nipote hanno raccontato l’infanzia difficile dell’imputato, costretto a subire le sevizie del padre, rimasto il suo unico genitore dopo l’abbandono da parte della madre all’età di 8 anni.
Le due parenti hanno spiegato di come Boukssid avesse tentato tre volte il suicidio nel suo Paese d’origine e di come fosse convinto dell’esistenza di un amore corrisposto da parte della vittima. Una relazione del tutto frutto di un’invenzione della sua testa.
Proprio i quattro psichiatri autori della perizia sulle condizioni mentali dell’accusato sono stati chiamati a fornire ulteriori chiarimenti nella prossima udienza fissata il 22 aprile.
Omicidio al bar Moulin Rouge: in aula l’infanzia difficile del killer
25 marzo 2022
Hui Zhou
La sorella e la nipote di Hicham Boukssid hanno riferito di sevizie da parte del padre e di tre tentativi di suicidio avvenuti in Marocco. Nuovi chiarimenti chiesti agli psichiatri










