REGGIO EMILIA – La storia non si riscrive, secondo la procura di Ravenna. Per Gianfranco Stella, autore del libro ‘Compagno Mitra – Saggio storico sulle atrocità partigiane’, è stato chiesto il rinvio a giudizio per diffamazione a mezzo stampa: è ritenuto responsabile di aver offeso la reputazione del defunto Amleto Paderni, protagonista della lotta di Resistenza e sindaco di Scandiano dal ’64 al ’72.
‘Compagno Mitra’ venne pubblicato due anni fa e subito scatenò polemiche. Immediate le reazioni dell’Anpi nei confronti dello scrittore e studioso, che venne tacciato di revisionismo verso la storia della Resistenza. La famiglia di Paderni, rappresentata dall’avvocato Ernesto D’Andrea, non si fermò allo sdegno e presentò denuncia, appunto per diffamazione. Nel volume l’ex sindaco di Scandiano scomparso nel 2005, già comandante del primo battaglione della 76a brigata Sap, veniva descritto come il mandante dell’omicidio del medico suo concittadino Luigi De Buoi: il movente sarebbe stato il rifiuto, da parte del dottore, di compilargli un certificato d’esenzione nel periodo del servizio militare. Stella scriveva che Paderni usufruì dell’amnistia: in questo elemento, secondo la procura di Ravenna, provincia dove il libro è stato pubblicato e quindi il cui tribunale è competente, la diffamazione a mezzo stampa, perchè in realtà Paderni era stato giudicato per quell’accusa e assolto, anche in Appello, nel 1951, ‘per non aver commesso il fatto’. Tutt’altra cosa rispetto al beneficio dell’amnistia. Il 3 febbraio l’udienza preliminare. La vedova di Paderni, Tilde Cigni, e le figlie Maria Teresa e Donata, si costituiranno parte civile. In tutto il percorso sono state accompagnate dall’Anpi, che sarà presente.
Aggiornamento 3 febbraio 2021
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