REGGIO EMILIA – “Per aiutare l’Italia, dobbiamo costruire un’Europa più forte e più umana: più forte perché da soli nel mondo non potremmo mai farcela, più umana perché l’Europa deve essere vicina alla condizione delle persone. Quando governava il centrosinistra lo ha fatto, con il Next Generation Ue, con la Meloni e la destra purtroppo l’Italia conta sempre meno e le destre vogliono riportare l’Europa a una stagione del rigorismo finanziario. Quindi, c’è da combattere, ma siamo nati per questo”.
Alle elezioni di giugno, l’ex segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti è stato eletto in Europa. “E’ anche da lì – ha detto ieri ospite alla tenda dibattuti alla festa nazionale del Pd al Campovolo – che si passa per costruire una alternativa al Governo Meloni e alle sue scelte”.
Con lui sul placo c’era anche Emanuele Cavallaro nella veste di responsabile enti locali del Pd Reggio Emilia: “Un disastro diplomatico da ogni punto di vista, che adesso si sta cercando di pezzare. L’Italia è attaccata a questo posizionamento non chiaro di quella che è la maggioranza di governo e in Europa si presenta divisa alla meta. L’Europa è un’altra cosa e deve tornare a essere una fonte di speranza per le generazioni. L’Europa è fatta dai ragazzi che studiano in giro per i paesi in libertà e non riescono a capire perché per andare in Inghilterra adesso ci vuole il passaporto. E’ molto più avanti di come oggi il governo ritrae la situazione”.
Roberta Mori, presidente del Pd reggiano: “Da portavoce nazionale delle donne democratiche, il tema dell’Europa giusta è un tema che attraversa la disuguaglianza di genere: la disparità salariale per le donne, il protagonismo spesso invisibile delle tante donne che non siedono nei luoghi della decisione”.
Al dibattito alla Festa Nazionale dell’Unità c’era anche Francesco Boccia, responsabile del programma politico della segretaria Elly Schlein: “Il destino dell’Italia e dell’Europa sono legati – ha detto – ma il Governo Meloni e la destra non lo capiscono. Oggi chiediamo conto a Meloni e a Giorgietti di questo. C’è una manovra da fare e i conti non tornano perché dobbiamo correggerli per 12 miliardi l’anno, ai quali dobbiamo aggiungere altri 18 miliardi di assegni post datati che ci hanno lasciato, che toccano purtroppo le pensioni, i lavoratori e le imprese. Mancano 30 miliardi e non sanno come fare la manovra, tutto questo a causa di un pessimo accordo fatto in Europa e l’Italia è stata lasciata ai margini, Italia che è sempre stata cuore e cervello dell’Europa”.
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