VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Domenica a Febbio di Villa Minozzo si vota per rinnovare gli Usi Civici, l’ente composto da cittadini che è proprietario degli impianti di risalita e che lo scorso anno è stato commissariato dall’Amministrazione Comunale. Ma ci sono vari problemi da risolvere.
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La stagione estiva è cominciata ormai da più di un mese, l’Appennino è pieno di turisti come non accadeva da tempo e uno degli impianti di risalita più importanti è ancora chiuso: la seggiovia di Febbio. Una struttura che porta fino a 2mila metri, alle pendici del Cusna, in una delle aree più belle della montagna. Ma da tempo oggetto di una diatriba che sembra non avere mai fine. Lo scorso anno la società di gestione La Contessa aveva avviato una stagione estiva che si prospettava molto buona, con un concerto un quota di Max Gazzè e tante altre iniziative. Ma è trascorso un anno tra il commissariamento degli Usi Civici e vari ricorsi al Tar. Il Tribunale amministrativo di Parma ha rigettato la richiesta di sospensiva del commissariamento, ma ora si deve pronunciare nel merito. Nel frattempo domenica i circa 150 residenti della frazione di Villa Minozzo andranno a votare per rinnovare gli Usi Civici: ci sono due liste, una delle quali guidata dall’ex presidente Rino Marchiò. Dunque gli ex gestori si ricandidano e se vincessero chiederebbero la risoluzione anticipata del contratto di gestione firmato da La Contessa per passare a una autogestione.
Dal canto suo il Comune in questo anno ha portato a temine la revisione decennale della prima seggiovia, con un investimento di 480 mila euro: 336 mila dalla Regione, 94 mila dalla Contessa e 50 mila finanziati dalla stessa amministrazione comunale. Per il secondo impianto invece, che porta alle pendici del Cusna, è in corso una manutenzione dei cuscinetti e del sistema di sicurezza. Ma è una seggiovia che nel 2024 sarà a fine vita e per poterla riutilizzare servirebbe un costoso “riposizionamento”: un pratica la vecchia struttura dovrebbe essere sostituita da una nuova sempre nello stesso posto.
Per la riapertura comunque ora si attende il nulla osta della motorizzazione di Bologna: una commissione dovrebbe eseguire il collaudo. Ma il tempo passa e La Contessa ora ha problemi anche a reperire il personale: servirebbero dalle 22 alle 24 persone per garantire due turni. Insomma un percorso sempre più in salita.
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