REGGIO EMILIA – Gli anni del boom economico e la stagione del terrorismo hanno visto l’intitolazione delle strade di Reggio agli artisti e ai Paesi europei, ai padri della Repubblica, ma anche ai miti del comunismo. Vi proponiamo un’altra puntata del nostro viaggio nell’odonomastica cittadina.
Via Unione Sovietica, via Rivoluzione d’Ottobre, via Carlo Marx. Dagli anni Sessanta del secolo scorso per i nomi delle strade cittadine l’ispirazione è venuta anche dalle utopie del comunismo. Si sono intitolate strade a Georgi Dimitrov, segretario dell’Internazionale comunista, o a Josip Tito, presidente dell’ex Jugoslavia. Oggi non lo si farebbe più.
Dopo la caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti, quelle intitolazioni sono state oggetto di polemiche e di richieste di modifica, ma alla fine si è conservata l’eredità di quella stagione culturale e politica, non da ultimo per senso pratico, considerati i disagi che un cambio di nomi avrebbe provocato ai residenti con la modifica di tutti i documenti anagrafici.
Negli anni del secondo dopoguerra lo sguardo dei proponenti l’odonomastica cittadina ha cominciato a volgersi verso l’Europa. Per le nuove espansioni urbanistiche ecco apparire i nomi di grandi artisti europei, come gli scrittori Victor Hugo e Leone Tolstoi nel quartiere di Canali, i musicisti Georges Bizet e Jules Massenet, Richard Wagner e Aleksandr Borodin nel quartiere Orologio. Negli anni Ottanta una serie di vie è stata dedicata ai paesi d’Europa: da via Francia a via Belgio, da via Spagna a via Inghilterra, da via Danimarca a via Portogallo. Anche tutte le regioni italiane sono state scelte in quel decennio per nuove intitolazioni: via Piemonte e via Lombardia; via Friuli Venezia Giulia e via Veneto, fino a scendere a via Calabria e via Sicilia.
Poi, hanno ottenuto la ribalta nello stradario cittadino i padri della Repubblica: Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Aldo Moro fino ad arrivare alle vittime degli attentati di terrorismo e di mafia come il sindacalista Guido Rossa, i magistrati Emilio Alessandrini, Rocco Chinnici, Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino.
Gian Piero Del Monte
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