REGGIO EMILIA – L’ottocentesco Palazzo Carmi, in corso Cairoli, ospita l’Archivio di Stato di Reggio. Una sede distaccata è collocata nell’ex carcere di San Tommaso, già convento delle suore del Corpus Domini. L’archivio è un’enorme memoria su secoli di storia reggiana, trasmessi da amanuensi o con le tecniche della stampa, su pergamena o su carta, fino alle più moderne procedure di digitalizzazione.
“L’Archivio di Stato custodisce un patrimonio di quasi 15 chilometri di documenti che spaziano in un range cronologico che va dal nono secolo dopo Cristo fino agli anni Ottanta del Novecento”, ha spiegato Stella Leprai, la direttrice. In questi 15 chilometri di scaffalature ci sono gli archivi di enti ecclesiastici, dell’antico Comune, del tribunale, della questura, della prefettura, dell’Intendenza di finanza, del collegio notarile e delle più note famiglie storiche della città. “Il pezzo più antico originale è una pergamena che proviene dall’archivio del monastero di San Prospero risalente dell’806, quindi una pergamena che ha oltre 1200 anni di vita. Una semplice compravendita, però è eccezionale il fatto che sia giunto fino a noi”, ha aggiunto Leprai.
I reperti più rari sono custoditi gelosamente, ma tutto il resto è disponibile per la consultazione. Un servizio offerto non solo a ricercatori di professione, anche a un semplice cittadino maggiorenne che voglia soddisfare le sue curiosità sulla storia locale. “Può tranquillamente venire nella nostra sala di studio dove verrà aiutato, guidato nella sua ricerca. Quindi non è necessario avere delle competenze storiche particolarmente evolute. Poi, abbiamo anche però ovviamente ricercatori che invece si occupano della parte più antica del nostro patrimonio. Insomma, accogliamo volentieri tutti”, ha concluso la direttrice.
Reggio Emilia archivio di stato reggio emilia