RUBIERA (Reggio Emilia) – “Il correre della spesa non è proporzionale a questi piccoli interventi. I fondi sono insufficienti, il mio Comune, a fronte a 5-600mila euro di aumento prenderà un contributo di 48mila euro dallo Stato. E’ poca cosa”. Così Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera e coordinatore provinciale dell’Anci, l’associazione dei primi cittadini.
Una strategia di lungo respiro per sostenere i comuni di fronte all’impatto degli importi schizzati delle utenze di gas e corrente. La chiedono al governo i comuni reggiani, attraverso una lettera indirizzata anche ai parlamentari. A Rubiera, nel primo trimestre 2022, l’energia utilizzata dall’ente locale per il riscaldamento è costata 265mila euro, 146mila euro in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Considerando anche i rincari per l’elettricità, il salasso equivale a un più 150%. “Cifre che in sede di bilancio di previsione non erano immaginabili”.
Cavallaro sottolinea come i comuni siano tenuti a garantire i servizi pubblici essenziali: “Parliamo di scuole, palestre, case protette, quali di queste strutture si può scegliere di lasciare chiusa e di scaldare meno?”.
Per contrastare lo tsunami, dal governo è arrivato il via libera all’utilizzo delle somme accantonate nelle casse comunali. “Non tutti i comuni hanno questo tipo di disposizione finanziaria. E’ un po’ come bruciare le sedie della cucina per cucinare il pranzo, dopo dove ti siedi”.
Mettere mano ai risparmi, secondo il coordinatore provinciale dell’Anci, significa farsi trovare meno pronti a un autunno che si presenterà certamente caldo proprio per colpa dell’inflazione. “Ci saranno famiglie da aiutare, rischiamo di avere scarsità di fondi”.
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