REGGIO EMILIA – “I negazionisti bisognerebbe proprio che provassero coi propri occhi a vedere certe realtà, certe persone molto anziane che non riescono neanche a comunicare con i famigliari. Situazioni che sono uno strazio”. I pazienti ridotti dal covid in stato vegetativo Villiam Sabbatini li ha visti coi suoi occhi durante il suo ricovero al Santa Maria Nuova. Ventuno giorni di ossigenoterapia, somministrata con dispositivi diversi, a seconda della difficoltà respiratoria manifestata.
“E’ una brutta malattia, con alti e bassi, non sei mai sicuro – racconta – ho visto il mio compagno di stanza, di 46 o 47 anni, alla notte non stare bene. Sono arrivati con un macchinario, poi la mattina gli hanno messo i sondini dicendogli che dovevano portarlo vicino alla terapia intensiva perché stava peggiorando. Queste cose sono sconfortanti e la paura di una ricaduta è sempre lì”.
Villiam ha 71 anni e abita a Carpi. Dopo avere accusato i primi sintomi, febbre, affaticamento e diarrea, si è rivolto al 118. “Ma non mi ha risposto nessuno, la sera ho chiamato la guardia medica, ma non mi ha risposto, era sempre occupato. Ho aspettato il lunedì, per provare col mio medico, senza trovarlo”. A quel punto, si è rivolto al pronto soccorso di Baggiovara. Con la diagnosi di polmonite interstiziale dovuta al Covid è stato poi preso in cura a Reggio Emilia.
E’ stato il personale della pneumologia sub-intensiva a occuparsi di lui nella fase più acuta della malattia, con l’ausilio di un ventilatore polmonare. “Ho indossato una mascherina che mi stringeva il viso. Ci pensava lei a pompare l’ossigeno dentro, per aiutarmi a dilatare gli alveoli dei polmoni, perché non riuscivo a prenderlo solo per inalazione l’ossigeno”.
Infinita è la gratitudine espressa da Villiam nei confronti di una struttura e di professionisti costantemente in prima linea. Una metafora, quella bellica, tutt’altro che esagerata a suo avviso, anche in questa seconda ondata. “E’ come in tempi di guerra. La gente non sa che quando dicono che ci sono pochi posti in terapia intensiva significa dare la precedenza a chi ha più probabilità di farcela ed escludere gli altri”.
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