REGGIO EMILIA – La storia di Antonio Aglieri Rinella è davvero tutta da raccontare. Il 22enne reggiano aiuta gli istruttori della palestra Shodan di Reggio a insegnare le arti marziali ai bambini. In particolare, il karate antico e kobudo di Okinawa, disciplina diversa dal karate sportivo per l’approccio olistico che prevede lo studio dello yoga giapponese, della respirazione e delle armi tradizionali. Una passione coltivata da adolescente, che sta portando avanti con grande entusiasmo. Nulla di strano fin qui, una storia come tante. Non è così invece: Antonio soffre di autismo e il karate aiuta il giovane ad affrontare questa situazione.
“All’età di 14 anni, dopo la diagnosi dell’autismo, ho percepito proprio in me che volessi cambiare qualcosa – ha confidato – Purtroppo, non capivo che cosa. Dopo, ho compreso che dovessi cambiare qualcosa in me a livello caratteriale. Le uniche pratiche che potessero aiutarmi erano le arti marziali, compreso il il karate”. Ora, Antonio ha amici, si allena regolarmente con il suo maestro Peter Fabbroni e lo assiste nelle lezioni ai più piccoli. Da atleta, ha partecipato a più edizioni del campionato Shorei-kan, competizione internazionale che si svolge ogni anno. Il messaggio di Antonio è quello di non mollare mai.
“Non smettete mai di studiare voi stessi – dice – Anche se vi dovesse essere diagnosticato o svelato qualcosa di negativo, vi consiglio assolutamente di non arrendervi”. Una crescita vissuta insieme al proprio istruttore Fabbroni, decisamente soddisfatto del percorso fatto da Antonio. “Sono molto, molto orgoglioso di lui – ha detto – Devo dire che i corsi hanno beneficiato proprio dell’entusiasmo di Antonio e i ragazzi hanno trovato in lui una figura fraterna. Soprattutto, i ragazzi vedono in lui un punto di riferimento, una persona estremamente educata da imitare in tutto”.
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