REGGIO EMILIA – Che sia l’ora di apertura, che si avvicini quella di chiusura o che si sia nel bel mezzo della mattina, la scena è sempre la stessa: davanti agli uffici postali, in città come in provincia, c’è una lunga coda di persone che aspettano. Quando abbiamo girato queste immagini, ad esempio, l’orologio segnava le 11: un momento in cui di solito l’afflusso di persone negli uffici è meno consistente. La coda fuori dalla filiale di viale Timavo a Reggio, una delle più grandi della città, arriva fino alla circonvallazione. Se poi piove, il disagio aumenta ancora.
“Sono qui da 50 minuti”. “Dovrebbero aprire più casse”. “E’ una vergogna. Perché non posso fare la fila dentro?”. “Dovrebbero aprire una cassa in più”. Ci dicono le persone in fila.
Nella nostra provincia ci sono 97 tra uffici e centri di recapito. In città le filiali sono 10. Solo 4 – quelle di viale Timavo, San Maurizio, Piazzale Marconi e via San Nicolò – sono aperte anche nel pomeriggio. E a proposito di piazzale Marconi, di dice una cliente: “La fila era troppo lunga, e quindi sono venuta qui”.
Ma la provincia è grande, e nei paesi le filiali sono aperte solo al mattino. Le persone in fila sono piuttosto rassegnate.
Nella nostra provincia Poste Italiane conta 780 dipendenti. Ma negli anni l’azienda si è profondamente trasformata e oggi assomiglia ad una banca: le nuove frontiere sono gestione del risparmio, vendita di prodotti assicurativi e previdenziali, erogazione di finanziamenti. L’impressione è che a pagare il prezzo di questa metamorfosi siano l’attività tradizionale e i clienti.
Reggio Emilia Poste Italiane Poste code ufficio postale coronavirus covid19Reggiani in fila davanti agli uffici, le Poste rispondono a metà. VIDEO