REGGIO EMILIA – Aule multimediali per la didattica, laboratori e la grande piazza al centro del rinnovato capannone 15 C, dove si respira ancora l’aria delle storiche Officine Reggiane.
Al Parco Innovazione, la quarta sede dell’università è pronta a ospitare studenti e docenti dei corsi di laurea, tre triennali e uno magistrale, sui temi del digitale. Con la presentazione del progetto Edunext si sono aperte per la prima volta le porte di un edificio con il quale si arriva quasi al compimento della dotazione infrastrutturale. “Manca una iniziativa che sta nascendo adesso: una nuova palazzina di didattica e di ricerca al Campus San Lazzaro, che è già stata finanziata e per la quale la gara è già stata aggiudicata con contratto che sarà firmato a giorni”, le parole del rettore di Unimore, Carlo Adolfo Porro.
Per i primi studenti le lezioni cominceranno il 20 settembre. All’inizio del 2025 si arriverà a regime con quasi 2mila persone in più a gravitare al Reggiane Parco Innovazione. Luca Torri, amministratore di Stu Reggiane: “E’ evidente che una quantità di ragazzi che speriamo che riempia questo posto in modo positivo comporterà anche qualche riflessione che dovremo fare sui servizi: abbiamo due ristoranti, Pause e Pirru, ma probabilmente dovremo organizzarci anche con altre modalità. Prima, però, dovremo capire bene le esigenze e poi reagire”.
Alle difficoltà, sempre attuali, legate alla mancanza di alloggi si sta rispondendo con l’ampliamento dello studentato di Villa Marchi all’ex San Lazzaro. “I lavori di ristrutturazione, che stanno progredendo da alcuni anni e che verosimilmente si concluderanno all’inizio dell’anno prossimo, porteranno a 75 nuovi posti letto, ampie sale studio e un nuovo auditorium da più di 200 posti”.
Infine, la mobilità e il rischio dell’affollamento dei parcheggi. “L’ultima parte di piazzale Europa è spesso libera – dice Torri, che poi ricorda come il Parco Innovazione sia facilmente raggiungibile in treno oppure in autobus anche dalla fermata di piazzale Marconi – Al momento, una reale carenza non ce l’abbiamo, ma quando ci saranno gli studenti dovremo capire con quali mezzi arrivano. Stiamo cercando di mettere in piedi anche un servizio di bici elettriche. Dobbiamo poi gestire il tema della mobilità alternativa per cercare di capire come si può sopperire. Qualora ci rendessimo conto che il problema non si risolve, penseremo in ultima analisi a costruire altri parcheggi”.
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