BOLOGNA – Da Cavriago, all’eternità. Wandrè negli anni ’50 e ’60 rivoluzionò il mondo della chitarra elettrica e nel ventennale della suo scomparsa, finalmente, una grande mostra retrospettiva ne ha raccontato l’incredibile storia, celebrandone il genio. Oltre 9mila visitatori hanno visitato al Museo della musica di Bologna, la mostra curata da Marco Ballestri che consente di ammirare oltre 50 strumenti originali, realizzati dal partigiano-artista-imprenditore reggiano nella sua iconica fabbrica rotonda. Ora, avvicinandosi la chiusura dell’esposizione, quegli strumenti magici sarà anche possibile suonarli dal vivo. Venerdì dalle 17 alle 19 e sabato dalle 10.30 alle 13.30 il Museo della Musica offre la possibilità di suonare dal vivo una delle leggendarie chitarre del futuro di Wandrè.
Quegli strumenti irripetibili che nel 1965 lasciarono di stucco il giovane Bob Dylan e che in Italia hanno accompagnato gli esordi di Celentano, Guccini e dei Nomadi. Una storia da scoprire anche attraverso le visite guidate in programma sabato e domenica nel weekend conclusivo dell’esposizione dedicata al primo liutaio che in Italia inizio a costruire chitarre e bassi elettrici, realizzando vere opera d’arte pop intrise di libertà.
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