ROMA – Sono legittimi i fondi riconosciuti ai produttori di Dop e Igp per il Sisma del 2012. Lo ha stabilito oggi la sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto legittimo il ristoro dei danni subiti dal prodotto in fase di maturazione, in conseguenza del sisma che, nel mese di maggio 2012, ha colpito le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo.
Al centro del ricorso del Consiglio di Stato, per contrasto con gli articoli 3 e 41 della Costituzione, il trattamento differenziato per le produzioni casearie Dop, che ha riconosciuto soltanto a loro i danni al prodotto in fase di maturazione. Secondo il giudice amministrativo, la differenza con le altre imprese casearie sarebbe stata priva di giustificazione, e comunque irragionevole, con conseguente compressione della libertà di iniziativa economica delle imprese escluse e alterazione del mercato di riferimento.
Diversamente da quanto prospettato dal Consiglio di Stato, secondo la Consulta “non sussiste omogeneità tra le produzioni poste a raffronto“. I prodotti Dop sono connotati da qualità particolari, la cui reputazione è dovuta sia all’ambiente geografico d’origine, sia alle specifiche modalità di produzione, la cui scrupolosa osservanza è garantita da controlli penetranti e sanzioni significative, in attuazione della disciplina di matrice comunitaria, che è finalizzata a proteggere il marchio, assicurando, allo stesso tempo, al consumatore la qualità del prodotto che si identifica con quel marchio.
La complessità del processo produttivo Dop si traduce, dunque, in onere economico per l’impresa produttrice, che soltanto all’esito di tale processo, comprensivo della fase di maturazione, potrà vendere il prodotto come Dop, in quanto corrispondente alle caratteristiche legate al marchio. In questa prospettiva, risulta chiaro il senso dell’intervento legislativo oggetto di contestazione da parte del Consiglio di Stato.














