REGGIO EMILIA – “Ecco cosa succederà nel caso in cui la Flotilla venisse attaccata, affondata o anche solo fermata”. Parla così la Cgil, in una nota in cui conferma: se dovesse accadere qualcosa alla missione umanitaria diretta a Gaza, in Italia sarà sciopero nazionale.
Dopo il rifiuto della proposta di mediazione costruita dalla Chiesa da parte degli attivisti, arriva quella che la Cgil definisce “una posizione che non ha precedenti nella storia recente”, e soprattutto arrivano le modalità stabilite dalla camera del lavoro di Reggio rispetto a quello che accadrebbe in caso di attacco alla Flotilla. Partendo dal mondo scuola.
Il giorno dell’eventuale sciopero è previsto un corteo che pacificamente bloccherà parte della circonvallazione e del centro storico, con il concentramento previsto per le 9 al polo scolastico di via Makallè. “Non una scelta casuale”, dice la Cgil reggiana. Studenti e insegnanti sarebbero tra i grandi protagonisti, così come lo sono stati il 22 settembre per la manifestazione dei 7mila organizzata dall’Assemblea reggiana palestinese.
“Chiedere il ‘cessate il fuoco’ a Gaza come in Ucraina significa non solo lottare per un ideale ma anche respingere un’economia costante di guerra, dove il prezzo lo pagheranno come al solito chi la guerra non l’ha dichiarata: lavoratori, pensionati e cittadini. Si sciopera per dire basta ad una strage vergognosa, per dire che noi non ci giriamo dall’altra parte”, dice Cristian Sesena, segretario generale della Cgil reggiana. L’invito del sindacato ai commercianti è di abbassare le serrande, ai rappresentanti delle istituzioni di mobilitarsi, a tutti i cittadini di partecipare al corteo.
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