CAMPEGINE (Reggio Emilia) – L’autocarro, la cui manovra ha dato origine all’incidente di venerdì sera, compare in uno scatto pubblicato sui social da Francesco Riillo, ritenuto responsabile dagli inquirenti dello schianto avvenuto lungo la provinciale 111 a Caprara.
Trentanovenne, lavoratore in proprio tramite partita Iva nel settore delle costruzioni, compare nella foto risalente all’aprile 2021 quando il veicolo fu acquistato. Il mezzo ora è sotto sequestro, collocato presso un’autocarrozzeria a Guastalla. Era parcheggiato davanti a casa dell’artigiano, venerdì alle 21, quando i carabinieri hanno eseguito l’arresto, la cui notizia ha lasciato colpiti i vicini di casa, alcuni dei quali hanno ben presente il camioncino Iveco di colore blu visto quotidianamente lungo la via. Una persona che saluta sempre quando passa, riferisce una signora, chiedendo però di restare assolutamente al di fuori di microfoni e telecamere. “Lì Francesco abita con la mamma e i fratelli, mai ci saremmo aspettati una cosa del genere”, dice.
L’udienza di convalida dell’arresto potrebbe svolgersi domani in carcere, dove è al momento detenuto l’indagato difeso da Fabrizio Sessa, avvocato di fiducia che da tempo conosce il suo assistito. Dalle valutazioni del Pm dipenderà l’avvio di un procedimento per direttissima.
Nel frattempo, è emerso un dettaglio sul documento di guida ritirato a Riizzo, in provincia di Napoli, tre mesi fa quando era stato trovato al volante in stato di ebbrezza. Si tratta di una sorta di foglio provvisorio, come quelli rilasciati da un’autorità in seguito a una denuncia di smarrimento. Ciò che è certo è che sia tre mesi fa che venerdì scorso l’uomo si è rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. Odore, quello dell’alcol, che non è comunque sfuggito ai militari che hanno bussato alla sua porta.
Ubriaco o meno, il 39enne non avrebbe dovuto condurre un mezzo in quanto non in regola con la patente. Circostanza che è tra le aggravanti al reato di omicidio stradale a lui contestato. C’entrano poi le violazioni al codice della strada rilevate e il fatto di essere fuggito senza prestare soccorso.
Tra gli aspetti da chiarire c’è anche il modo in cui sono stati posizionati i tubi da ponteggio nel cassone. Si tratta dei componenti in acciaio che all’altezza di una semicurva si sono sganciati dal veicolo, che ha perso il materiale lateralmente, mentre era in marcia. I ponteggi sono piombati addosso alla monovolume che sopraggiungeva sull’opposta corsia, l’auto guidata da Anuar Mastaki con a fianco Hicham Outtas, le due giovanissime vittime dell’impatto. Grave in ospedale il loro amico coetaneo che viaggiava sui sedili posteriori: ricoverato con prognosi riservata al Maggiore di Parma, sarà sottoposto a un delicato intervento da parte dei medici del reparto maxillofacciale.
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