REGGIO EMILIA – “Mi chiamo Abdul, abito qui, Maria ci ha dato questa nuova casa, così bella, sono molto contentissimo”. La gioia di Abdul, che prima viveva in strada e ora ha un lavoro e un letto dove dormire, ripaga da ogni sacrificio fatto da Maria Diletto e dai volontari dell’associazione “La Nuova Luce”. Ad Abdul e agli altri quattro ragazzi che sono andati ad abitare lì poco importa se aprendo le finestre si vedono palazzoni e se la zona è quella di via Turri, per loro “casa Maryam” è bellissima, perché è la loro casa e ad aspettarli la sera ci sono un tetto e un letto, non l’asfalto.
“Nessuno dava a questi ragazzi una casa anche se hanno un lavoro, così l’ho intestata io all’associazione – spiega Diletto, fondatrice del “La Nuova Luce”. Il nome scelto per la casa deriva da come i ragazzi chiamano Maria ed è la terza gestita dall’associazione, in totale sono 12 ora le persone accolte. “Piano piano, un passo alla volta, stanno spiccando il volo anche grazie a contratti di lavoro a tempo indeterminato. Così ho pensato di arredare casa con degli aquiloni”.
L’associazione “La nuova Luce” vive anche grazie alle tante donazioni di reggiani generosi e al lavoro delle instancabili volontarie. “Ogni loro passo verso l’autonomia è molto bello – commenta Elena Incerti, una volontaria dell’associazione – Il giro stazione con la consegna dei pasti prosegue, mia sorella ed io gestiamo l’armadio solidale e diamo loro vestiti, scarpe”. “Realizziamo a mano delle creazioni fatte con materiale di riciclo che ci donano, che poi vendiamo nei mercatini e tutto il ricavato va all’associazione”, aggiunge un’altra volontaria, Patrizia Manzotti.
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