REGGIO EMILIA – Parliamo ora di scuola. Le ultime iscrizioni al primo anno di scuola superiore hanno registrato nella nostra provincia un calo di studenti per quanto riguarda gli istituti tecnici. Ne abbiamo parlato col vicepresidente di Unindustria Claudio Galli.
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“Tutti i giorni vediamo annunci coi quali si ricercano ingegneri e tecnici, li andiamo a cercare fuori da Reggio perché le scuole locali, dell’Emilia, non rispondono a sufficienza”.
Aziende del manifatturiero che faticano a trovare i profili professionali di cui hanno bisogno. Il problema è da tempo noto e al centro di iniziative e appelli da parte di Unindustria Reggio. Inascoltato è rimasto l’invito rivolto agli oltre 5mila alunni delle terze medie alle prese con la scelta della scuola superiore. I percorsi tecnici, che un anno fa avevano conosciuto una crescita di iscritti, questa volta hanno conosciuto un calo. Che è del 18% se circoscritto agli indirizzi di meccanica e meccatronica.
Un campanello d’allarme per l’associazione degli industriali. Il suo vicepresidente reggiano, Claudio Galli, delegato all’educazione, da 13 anni è direttore del personale alla Kohler Lombardini. A suo avviso per infoltire il bacino delle future assunzioni di periti e ingegneri occorre puntare sulle ragazze. “Noi abbiamo un serbatoio straordinario disponibile che per adesso non riusciamo ancora a raccogliere, che sono le ragazze. Il fatto di pensare che le ragazze non siano adatta ad avere profili scientifici o che non capiscano di matematica è un ostacolo forte. Se tutti gli anni un 1-2 o tre per cento di ragazze in più si iscrivessero o ai profili tecnici o uscendo dai profili umanistici o scientifici dei licei andassero a ingegneria o a lauree in cui c’è matematica e statistica, noi avremmo risolto il 90% di occupazione qui a Reggio”.
Il settore industriale reggiano pesa per il 45 per cento nel Pil locale. Un aspetto che si riflette sulla suddivisione degli studenti nei vari istituti. Se a livello nazionale i licei raccolgono il 56 per cento delle nuove iscrizioni, da noi la quota si ferma al 41 e resta doppia invece rispetto al 12 per cento italiano, la quantità di nuovi ingressi negli istituti professionali, mentre l’area tecnica a livello provinciale, supera il 35 per cento, restando sopra di cinque punti dalla media nazionale. “Reggio ha il tasso di disoccupazione allineato a quello dell’Europa, ma è più avanti dell’Europa dal punto di vista dell’industrializzazione”.
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