REGGIO EMILIA – Alcuni parroci si sono trovati sui banchi della Chiesa i volantini intitolati “Natale, un fatto che sfida la libertà” firmati da Comunione e Liberazione. Lo scritto fa riferimento di nuovo al fatto che la parola Gesù sia stata sostituita nel testo di Jingle Bells nella scuola Don Bosco di Reggio definendo il gesto come un esempio di cancellazione della cultura cristiana.
In questo bailamme di reazioni, ci sono cattolici che alla Vigilia del Natale vivono con sofferenza la strumentalizzazione di Dio che si incarna come se questo fosse da una parte una mancanza di rispetto verso i non credenti e dall’altra un simbolo culturale che marchia un territorio tracciando una linea tra un presunto noi e un presunto loro. Don Giordano Goccini, parroco di Novellara, è uno di quei preti che si è trovato i volantini di Cielle in Chiesa e ha manifestato il proprio dispiacere: “Confesso – dice – che mi dispiace che la chiesa si sia fatta travolgere da questo flusso di contrapposizioni”.
Il bimbo paffutello del presepio non si dovrebbe dimenticare che è lo stesso Gesù autore della parabola del buon Samaritano, lo stesso che dice: ‘Ama gli altri come te stesso’, lo stesso che morendo in Croce perdona i suoi aguzzini. Soprattutto andrebbe ricordato che è lo stesso Cristo che risorge e che non dice agli apostoli di conquistare il mondo ma di annunciare il Vangelo. Natale per i credenti è questo: né cultura, né mancanza di rispetto ma incessante domanda di fronte a Dio che si fa uomo e non è certo un presepio in più o in meno né un jingle bells taroccato a scalfire il personale e delicato cammino di fede. Suggerimento per il Natale 2026: non vorremmo che all i want for Christmas is you diventasse ‘all i want for Christmas è Gesù’.
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