REGGIO EMILIA – Era stato accusato dalla moglie, oggi ex, di maltrattamenti verbali e fisici ripetuti nel tempo e commessi dal 2011 al 2014. La donna aveva denunciato di essere stata spinta giù per le scale, di coltelli puntati alla pancia, di mobili che le erano stati scaraventati addosso, del fatto di non poter uscire di casa senza il permesso del marito. Ma secondo il giudice, queste cose non sono mai avvenute.
Un 56enne molto noto nella comunità marocchina reggiana è stato assolto in primo grado perché “il fatto non sussiste”. Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani aveva chiesto per lui due anni con pena non sospesa per maltrattamenti e lesioni gravi personali. L’avvocato dell’imputato, Ernesto D’Andrea, ha chiamato due testimoni
che hanno raccontato che la donna usciva di casa tutti i giorni e che non risultano gli accessi al pronto soccorso da lei denunciati, ma fondamentali sono state le dichiarazioni della figlia più grande della coppia: ha detto che la madre le aveva imposto di dire che il padre la picchiava.
Pare che l’uomo volesse tornare in Marocco e che la donna si sia inventata tutto per non doversene andare, visto che nel frattempo aveva iniziato una relazione con la persona con cui vive ora.














