RUBIERA (Reggio Emilia) – D’inverno videomaker, d’estate alpeggiatore. Una specie di ‘dottor Jekyll e mister Hyde’ delle professioni, con conseguenze per nulla criminali però. Massimo Ballabeni ha 35 anni, è di Rubiera e d’estate, da tre anni a questa parte, si trasferisce in Trentino: per tre mesi la sua casa diventa una malga, Malga Germènega di mezzo, a 1800 metri d’altitudine, in Val Rendena, fra l’Adamello e il Gruppo del Brenta, e una mandria di manze la sua compagnia. Noi lo incontriamo durante una pausa reggiana di qualche giorno. Perché questa scelta? Non c’è una risposta precisa. Sicuramente il lockdown e la pandemia hanno fatto maturare in lui un’idea che c’era da tempo, quella di immergersi nella natura. “Ha ripensato ad alcune cose e ne ho approfittato per fare qualcosa che era rimasto come una idea”.
E così, nel maggio 2020, ha cliccato sul sito Ruralpini, dove si incrociano domanda e offerta del lavoro in montagna, e poco dopo il proprietario della malga si è fatto vivo: si trattava di stare da solo assieme a un centinaio di manze che non sono da mungere. “Ti insegniamo noi, mi hanno detto. Può farlo chiunque. Ci vuole forza di volontà ed entusiasmo. Essere da solo non è stato un problema, si incrociano turisti e qualche amico è anche venuto a trovarmi”.
L’estate 2020 è stata un esperimento che si è rivelato felicemente riuscito. La giornata tipo? “Ci si alza non così presto come si potrebbe pensare, dipende da cosa bisogna fare. Occorre monitorare le mucche”.
Alla sera la stanchezza si fa sentire presto, perché le manze sono esperte camminatrici e non di rado si inerpicano e vanno recuperate. Massimo non ha wi-fi a disposizione: niente social, niente Netflix, niente tv. Solo libri e silenzio. E lui giura che è una disintossicazione niente male.
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