REGGIO EMILIA – Continuano ad essere una merce rara le mascherine. A decine di migliaia stanno per essere consegnate al magazzino della sanità regionale che ha sede a Reggio. La priorità è data agli operatori sanitari.
Dispositivi di protezione individuale per medici, infermieri e per tutti gli operatori impegnati al fronte, vale a dire a contatto coi contagiati. Alla fine della scorsa settimana alle aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna sono state consegnate 281mila mascherine. Una ulteriore fornitura è arrivata nelle ultime ore. Lo ha annunciato la Regione specificando che si tratta di 212mila mascherine in ‘tessuto non tessuto’, 52mila chirurgiche e 2.200 del tipo ffp2, il modello in grado di bloccare il virus Covid-19.
Una parte di scorte serve ai vari corpi dello Stato e alle polizie locali. Della distribuzione si stanno occupando le prefetture. Ciò che resta confluisce al magazzino centralizzato della sanità regionale, che ha sede a Reggio. Senza rifornimenti di mascherine, a prescindere dalla tipologia, restano le farmacie. Le Farmacie Comunali Riunite non sono in grado di indicare i tempi di approvvigionamento. Lo stesso vale per le farmacie private.
Sul mercato di dispositivi protettivi non ce ne sono, anche perché la protezione civile, per decreto, ha facoltà di requisire ogni quantitativo in circolazione.
E le farmacie sono rimaste senza mascherine anche per il loro personale: “Mancanza che mette a rischio la salute e l’integrità fisica delle persone che vi lavorano, titolari e collaboratori – dice Giuseppe Delfini, presidente di Federfarma Reggio Emilia – Lo abbiamo detto a livello locale e nazionale. Occorrono questi dispositivi. Sono diventati introvabili anche i guanti, l’alcol. E’ una guerra difficile quella contro il coronavirus. Stiamo facendo veramente una guerra molte volte con le mani, senza armi. Ciononostante le farmacie ci sono”.
Federfarma rinnova l’invito a usufruire dei servizi di consegna a domicilio dei farmaci. 800 189 521 è il numero verde attivato dall’associazione.
Un aiuto ai rifornimenti potranno darlo le aziende italiane che stanno riconvertendo le loro produzioni. Una di queste si trova a Reggio. Data l’emergenza, l’iter per le certificazioni e autorizzazioni è stato semplificato e accelerato. Un ostacolo in meno che consentirà di giungere al più presto alle prime consegne.
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