REGGIO EMILIA – “Le istituzioni mettano in campo azioni concrete per aiutare in questa emergenza sanitaria chi è senza un tetto, per il bene dei singoli e dell’intera comunità”. L’appello arriva da un gruppo di realtà reggiane che da tempo si occupa di persone che vivono situazioni di marginalità: Città Migrante, Partecipazione, Associazione di volontariato G.L.M, Avvocato di Strada, Passaparola, le cooperative sociali La Vigna, Vivere la Collina, La Quercia e il Centro Sociale Papa Giovanni XXIII. A Reggio la maggioranza delle persone senza dimora trova rifugio alle ex Reggiane, ma anche in altri luoghi della città.
“Chi vive in strada – dicono le associazioni – non riesce a mantenere livelli igienici sufficienti e quindi ha più possibilità di diffondere il virus. Chi non ha la residenza non ha la possibilità di chiamare il medico di base e se dovesse essere positivo al coronavirus non può fare la quarantena in sicurezza. Non può cucinare e deve quindi spostarsi per andare alle mensa, è costretto a vivere in ambienti in cui la possibilità di contrarre il virus è molto più alta rispetto a un ambiente domestico controllato”.
“Chiediamo al Comune di reperire alloggi o alberghi per fornire un tetto alle persone senza dimora – spiega Federica Zambelli di Città Migrande – di trovare una soluzione in accordo con l’Ausl. Lo hanno già fatto in altre città come Bologna e Cesena, speriamo lo si faccia anche a Reggio. Noi come associazioni diamo la massima disponibilità a portare il nostro contributo”.
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