REGGIO EMILIA – I numeri per ora sono piccoli, ma inevitabilmente destinati a crescere. Quanto, è presto per dirlo. Per ora dall’Afghanistan sono arrivate in Emilia Romagna le prime 108 persone.
Sono sbarcate a Fiumicino lunedì scorso. La Regione, come altre, ha risposto sì alla richiesta del ministero della Difesa. I primi profughi sono stati sistemati nelle due province dell’Emilia occidentale: 80 a Piacenza e 28 a Parma. Si tratta in genere di famiglie con bambini costituite da uomini e donne che hanno collaborato con l’Italia nell’ambito della missione Nato in Afghanistan. Cosa stanno facendo in questi primi giorni? “In questo momento sono in quarantena – ha spiegato Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura – e in questo modo stiamo realizzando quei corridoi umanitari che ci vengono chiesti dalla comunità internazionale per mettere in salvo le persone più esposte alle ritorsioni dei Talebani”.
Il periodo di quarantena avrà una durata compresa dai 7 ai 10 giorni, come per ogni viaggiatore che arriva in Italia dall’estero. Terminato, il ministero dell’Interno indicherà il percorso idoneo per dare risposta alle necessità degli afghani. Gli altri territori provinciali in regione, compreso il nostro, sono già stati attivati per ulteriori arrivi. Gli afghani evacuati finora con destinazione Italia sono infatti più di 3.700, di cui quasi 2.700 portati nel nostro Paese.
Per ora, gli arrivi previsti in provincia di Reggio Emilia sono quelli di due nuclei famigliari: uno sarà ospitato in un appartamento nella prima periferia del capoluogo, l’altro in un comune della provincia. I posti a disposizione gestiti da Dimora d’Abramo e Ovile sono 105 con Ausl, Protezione civile e Croce Rossa coinvolte per i necessari supporti di natura logistica e sociale.
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