REGGIO EMILIA – Hanno suscitato profonda sorpresa le parole del Papa che ha in un assise a porte chiuse avrebbe detto ai Vescovi italiani: “C’è troppa frociaggine nella Chiesa”. Secondo don Giordano Goccini, parroco di Novellara, la frase tende a contrastare una certa ipocrisia che molti prelati conservano nei confronti proprio degli omosessuali.
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“La parola fa venire un po’ i brividi, dice forse di un contesto colloquiale, forse di un Pontefice argentino che non conosce bene le sfumature della lingua italiana e ha usato un linguaggio romanesco un po’ usuale in certi ambienti, in un ambiente sbagliato”.
Don Giordano Goccini stigmatizza la parola impropria di papa Francesco e poi specifica: “Un giovane che ha tendenze omosessuali nella Chiesa purtroppo vive ancora la percezione di qualcosa che non dovrebbe esserci, di nasconderlo, o forse anche l’illusione di cancellarla mettendo una veste talare”.
Non è impossibile ordinare prete un ragazzo omosessuale secondo don Giordano. L’essenziale è che il Seminario non diventi un luogo in cui ipocritamente si celi l’essere gay mettendoci una talare sopra. Secondo don Giordano è bene che tutti i seminaristi, etero e gay, affrontino con chiarezza il tema della sessualità: “Bisogna che accogliamo i preti come persone normali che hanno a che fare con la sessualità, con una scelta molto alta di non esercitarla nella vita coniugale o di un rapporto affettivo; ma di viverla in un contesto di dono alla comunità”.
Allora con chi ce l’aveva Papa Francesco con la parola frociaggine? “Ce l’ha con i retrobottega che favoriscono l’ipocrisia. Li riconosciamo da quelle facciate molto angeliche. Spesso queste sacche di ipocrisia si manifestano dove c’è una visione del sacerdozio sublime, soprattutto nella liturgia, incline a tornare indietro”.
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