REGGIO EMILIA – “Il gioco a scaricabarile non funziona: è colpa della famiglia, è colpa della scuola, è colpa delle istituzioni. La realtà è che viviamo in una società in cui non è concesso a nessuno di sbagliare e invece l’errore spesso è importante ed è importante imparare a rialzarsi”.
Una società troppo competitiva che mette eccessive pressioni sugli adolescenti. Il disagio, secondo Gino Mazzoli, docente di Sociologia all’università Cattolica di Milano – deriva soprattutto da qui. Una chiave di lettura, la sua, per interpretare i recentissimi gravi episodi di cronaca con protagonisti ragazzini.
Sui tanto discussi problemi di integrazione che riguardano giovanissimi di origine straniera, Mazzoli è molto netto:
“Quando sono coinvolti stranieri c’è una valutazione del fenomeno di delinquenza, quando sono coinvolti reggiani allora si dice che è sempre successo”. Reggio Emilia è città storicamente inclusiva, ma “i canali di inclusione vanno tenuti costantemente aggiornati” ammonisce l’educatore di strada Luca Censi, che opera quotidianamente a contatto con situazioni di disagio giovanile.
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