REGGIO EMILIA – “Già il Parmigiano Reggiano ha un costo abbastanza elevato negli Stati Uniti. Come prodotto si rivolge a un pubblico altospendente. Chi fino ad oggi ha comprato tranquillamente il Parmigiano Reggiano, magari il nostro, molto probabilmente andrà a comprarlo una volta in meno”. Così Luciana Pedroni.
Quanto può incidere sull’andamento degli affari l’imposizione di dazi al 30% annunciata da Donald Trump. I conti in tasca si stanno facendo anche a Cavriago, nell’azienda agricola Grana d’Oro, storicamente abituata ad esportare in mezzo mondo forme di formaggio ricavate esclusivamente dal latte delle vacche rosse. Attualmente il 6,5% del fatturato della ditta della famiglia Catellani è legato a clienti Paese a stelle e strisce.
“Quando c’è stato il primo aumento dei dazi, in aprile, un nostro importatore ci chiese di andargli incontro sul prezzo di vendita. In quel momento era in previsione un aumento del prezzo di listino e siamo stati fermi”.
Richieste di questo tipo sono destinate ora a ripetersi. L’entrata in vigore della stangata, con le tariffe aggiuntive imposte all’Unione europea, è fissata al primo agosto.
“Puntare a una diversificazione dei mercati ora è importante”.
Luciana Pedroni è vicepresidente provinciale di Coldiretti. Preoccupazione per una misura che rischia di impattare fortemente sulla nostra agricoltura è stata espressa anche dalla Cia che in una nota sottolinea come l’export assorbito dal mercato statunitense abbia raggiunto nel 2024 la quota del 22,5% per quanto riguarda il Parmigiano Reggiano, con un incremento del 13,4% rispetto al 2023. Un analogo effetto traino si è verificato anche sulle esportazioni di Lambrusco, un altro dei prodotti che rischia di pagare caro la politica protezionistica dell’amministrazione guidata dal tycoon. Il rincaro dei dazi mette in allarme soprattutto le imprese reggiane del settore manifatturiero, già alle prese col calo di export dovuto alla contrazione dell’economia tedesca che corrisponde, per il nostro territorio, al primo partner commerciale. Gli Stati Uniti arrivano terzi, dopo la Francia, con un mercato che vale 1,6 miliardi di euro.
Dazi Usa per l’Europa, De Pascale: “Urgente una risposta coesa ed efficace”
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