REGGIO EMILIA – A tre settimane di distanza dal mancato perfezionamento della vendita al gruppo Garofalo, per il Ctr scocca l’ora della liquidazione giudiziale.
L’apertura della procedura è stata decisa con sentenza del Tribunale di Reggio il 13 novembre, ma è divenuta nota solo nelle ultime ore. A chiedere la liquidazione del Centro di Terapia Riabilitativa è stato lo stesso amministratore unico della società, Umberto Canovese, assistito dall’avvocato Filippo Lo Presti. Lo stato di insolvenza del poliambulatorio è infatti conclamato, dal momento che il Ctr – oberato da più di 6 milioni di debiti – non è in grado di far fronte alle proprie obbligazioni. Giudice delegato della procedura è stata nominata Simona Boiardi. Curatrice sarà l’avvocatessa Ilaria Lenzini.
Cosa succede dunque adesso? Il 24 ottobre scorso le attività e i 20 dipendenti del Ctr sono passati in gestione a Chinesi, società del gruppo veneto Solidarmedica, con la formula dell’affitto di ramo d’azienda per 12 mesi ed efficacia dal 27 ottobre. Parallelamente, la procedura concorsuale farà il suo corso, acquisendo i bilanci, le schede contabili dei fornitori e l’elenco dei creditori. Sbocco finale di questa attività sarà la vendita all’asta del Ctr. Se si troverà un acquirente, il ricavato della vendita servirà per rimborsare nella misura del possibile i creditori.
Il salvataggio del poliambulatorio di via Fratelli Cervi, nato nel 1996 dalla fusione tra il Centro San Giorgio e il Centro Gamma, era sfumato nella prima metà di ottobre per il rifiuto dell’Agenzia delle Entrate, principale creditore del Ctr, di approvare la proposta di transazione fiscale messa a punto dalla società. Lo stop dell’Agenzia delle Entrate aveva provocato la rinuncia del gruppo Garofalo, che aveva offerto 2,5 milioni di euro per rilevare il Ctr.
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