REGGIO EMILIA – Sono passati 7 mesi dal crollo della trave della palazzina di via Ariosto 16 e, finalmente, 7 delle 9 famiglie costrette ad abbandonare i loro appartamenti quella notte possono tornare a casa.
Era l’1 novembre dello scorso anno quando, intorno alle 3 di notte, i residenti sono stati svegliati da un forte rumore provocato dal cedimento di una trave portante in uno degli appartamenti al primo piano. In tutto, 16 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni, 9 delle quali non avevano amici o parenti in grado di ospitarli su due piedi; inoltre, 5 le attività commerciali chiuse e tanta paura anche per i vicini di casa residenti in via Monte Cusna ai civici 1 e 2.
A distanza di 7 mesi, quindi, quasi tutti i nuclei famigliari sono potuti rientrare nelle loro case. Tra coloro i quali furono costretti a lasciare le abitazioni anche l’artista Sergio Rabitti che la mattina successiva al crollo aveva raccontato di aver visto il proprio soffitto afflosciarsi e di aver dato repentinamente l’allarme. “Mi ricordo che sono scappato in pigiama. Prima ho avvisato tutti. E’ stata una notte di terrore – le sue parole – Io non sono ancora rientrato in casa perché la mia ha ancora la trave da riparare. Ora bisogna vedere quale impresa si farà carico di riparare tutto. Gli altri sono rientrati tutti e per me è già importante questo”.
Dopo i rilievi degli esperti, è risultato che l’asse portante è collassato a causa del suo logorio. “Le travi antiche possono essere di due tipi: quelle che non si rompono mai e quelle che, con il tempo, si ammalorano” – ha spiegato Paolo Bedogni, ingegnere – Sono state fatte diverse ricerche, da più ingegneri, e alla fine abbiamo concluso con una perizia depositata e sottoscritta da me e dall’ingegner Tassoni, mio collaboratore, per ridurre i tempi di inagibilità”. Il rientro delle famiglie nelle proprie abitazioni si è trasformato in una festa organizzata dal comitato Porta Castello.
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