REGGIO EMILIA – Sanità reggiana alle prese con le proteste del personale sanitario no vax che ha presentato un ricorso contro la legge che impone l’obbligo della vaccinazione per chi opera nel settore.
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Sono partite 1.500 lettere a medici e professionisti sanitari anche del settore privato che nel reggiano non risultano vaccinati come invece prevede il DL 44 del 2021 che impone tra le altre cose l’obbligo di vaccinazione per chi lavora in questo delicato ambito. Il punto dalla responsabile del servizio di igiene pubblica, Emanuela Bedeschi, che sta seguendo questa delicata partita che mette la sanità allo specchio tra obblighi di legge, tutela della salute pubblica e decisioni individuali. “La norma prevede per chi non ha risposto alla raccomandata o ha mandato delle risposte non sufficienti per esonerarle dall’obbligo, verrà inviato l’invito alla vaccinazione. Solo dopo questo ultimo percorso verranno definiti gli elenchi di chi ha rifiutato la vaccinazione per i provvedimenti successivi”.
Una trentina i professionisti no vax che hanno già fatto ricorso al Tar di Parma contro l’Usl reggiana. Tutti sono rappresentati dall’avvocato Daniele Granara del Foro di Genova.
Le sanzioni che prevedono la sospensione della retribuzione- si spiega nei ricorsi- sono illegittime e incostituzionali. Rivendicata la libertà di scelta della cura e tra i motivi della scelta dei no vax gli effetti collaterali dei vaccini. L’Ausl reggiana comunque procede nell’iter.