REGGIO EMILIA – Sono 15mila le persone “sospese” nella nostra provincia: coloro, cioè, che si erano prenotate per essere vaccinate e che avrebbero dovuto ricevere il siero AstraZeneca. Quattromila insegnanti, un migliaio di forze dell’ordine, 500 membri dell’ateneo reggiano, e poi i 9mila della fascia 75-79 anni che hanno richiesto il vaccino nella prima giornata dedicata alla loro fascia di popolazione. Tutto questo dopo lo stop dato in via precauzionale al prodotto in tutta Italia e in attesa della decisione dell’Agenzia per il farmaco.
“Io penso che il cittadino reggiano sia competente e con la testa sulle spalle, non abbiamo osservato ‘eccessi’, i nostri centralini non sono stati presi d’assalto, per cui non mi aspetto un contraccolpo”, dice la direttrice generale dell’Ausl Cristina Marchesi.
“Nel mondo milioni di persone sono state vaccinate con questo prodotto, è sempre una questione di rischi e benefici”, sottolinea invece Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria dell’Ausl.
L’altra cifra è quella di chi, nelle categorie personale scolastico e forze dell’ordine, ha rinunciato autonomamente nei giorni scorsi, prima della sospensione di AstraZeneca: circa 250 persone. “In questo momento non c’è la possibilità di scegliere, aspetteranno – aggiunge Marchesi – l’obiettivo è sempre quello di vaccinare tutti. Sicuramente a Reggio non è mai stata sprecata una dose, abbiamo sempre avuto liste in attesa da cui attingere”.
Delle 21mila persone che ad ora, nella nostra provincia, hanno ricevuto entrambe le somministrazioni, 10mila sono state vaccinate con Astra Zeneca: “Effetti collaterali i soliti, mal di testa, febbre, quelli descritti – è sempre Marchesi a parlare – Il servizio di farmacovigilanza noi lo facciamo da sempre, gli effetti collaterali si manifestano nelle prime ore”.
C’è una cosa che i vertici dell’Ausl hanno ripetuto più di una volta: la campagna di vaccinazione non si ferma. Prosegue per gli ultraottantenni, i disabili in carico all’azienda sanitaria e per chi è affetto da particolari patologie. E proseguono anche le prenotazioni, al di là del tipo di siero che verrà somministrato. “Noi intanto prenotiamo uno spazio vaccino”, chiosa la direttrice sanitaria.
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