REGGIO EMILIA – Militari della guardia di finanza reggiana hanno sequestrato, nell’ambito dell’operazione The Mask volta al contrasto di pratiche commerciali scorrette connesse all’emergenza sanitaria in atto, 30mila mascherine risultate prive dei requisiti di sicurezza.
Le mascherine, prodotte in Italia, sono state rinvenute all’interno di una nota azienda della Bassa operante nel settore dei servizi, con attività comunque consentita, che alla fine di marzo aveva deciso di integrare il proprio business nel comparto manifatturiero per la realizzazione di indumenti da lavoro, comunicando alla Camera di Commercio lo svolgimento della nuova attività con relativo codice Ateco.
Analizzando i documenti di acquisto e di vendita, le Fiamme Gialle reggiane hanno scoperto che l’impresa aveva già avviato lo scorso 21 aprile la commercializzazione all’ingrosso dei prodotti in questione con la cessione di oltre 17mila dispositivi a imprese clienti con sede nelle province di Bologna, Ferrara e Cuneo. Entrati nei locali dell’azienda, i finanzieri si sono trovati di fronte a un magazzino di 30mila normalissime mascherine (per un valore di circa 32mila euro) pronte invece per essere immesse fraudolentemente sul mercato, anche attraverso la vendita online, come dispositivi di protezione individuale.

Le mascherine sequestrate dalla guardia di finanza
La differenza tra le due categorie di mascherine è molto evidente a livello di protezione. I dispositivi di protezione individuale hanno un regolamento comunitario con inderogabili procedure e requisiti essenziali di salute e di sicurezza, trattandosi di dispositivi di protezione delle vie respiratorie destinati prevalentemente al personale sanitario; le cosiddette “mascherine generiche”, che possono essere liberamente prodotte, devono recare sull’imballaggio una specifica dicitura che le differenzia dalle Dpi e che indica chiaramente che esse non garantiscono la protezione delle vie respiratorie di chi le indossa, avendo soltanto una funzione igienico-ambientale quando, ad esempio, sia comunque ritenuta utile la copertura di naso e bocca. Nel caso scoperto dai finanzieri, la società aveva invece avviato la commercializzazione di normali mascherine spacciandole come Dpi. Il titolare è stato quindi denunciato per frode nell’esercizio del commercio.
I controlli della guardia di finanza procederanno anche nelle prossime settimane, non solo incrociando tutte le informazioni disponibili nelle banche dati, ma anche effettuando riscontri in loco affinché il consumatore possa effettuare acquisti in piena consapevolezza circa la natura e le caratteristiche del prodotto commercializzato.
Servizio Tg di Margherita Grassi
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