SANT’ILARIO D’ENZA (Reggio Emilia) – Vi proponiamo la testimonianza di un uomo residente a Sant’Ilario che da oltre un mese è alle prese con il coronavirus che gli ha provocato una forte polmonite.
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“Non riuscivo a dormire, avevo paura ad addormentarmi perché temevo di non risvegliarmi, di non riuscire più a respirare. Avevo il telefonino sotto il cuscino con il numero del 118 già impostato e pronto per essere digitato in caso di necessità”. Domenico Di Maiolo ha 50 anni, originario della Campania, vive da lungo tempo a Sant’Ilario con la moglie e un figlio. Di professione operaio, lavora in un’azienda a Modena. Nessun problema di salute pregresso. E’ stato contagiato a inizio marzo e dopo oltre un mese non è ancora uscito dal tunnel. Attende l’esito del secondo tampone di verifica: se sarà negativo come quello effettuato pochi giorni fa, potrà considerarsi guarito. Lui intanto si reputa fortunato: perché non è stato ricoverato in ospedale, anche se ci è andato vicino, visto che il virus gli ha provocato una brutta polmonite con febbre, per parecchi giorni, vicino ai 40.
“Sono in quarantena a casa ed è una esperienza bruttissima, io sto in una stanza e non posso vedere mia moglie e mio figlio che vivono nel resto della casa, non ci incontriamo mai, è questo accade da un mese”.
Un percorso di angoscia che lo porta a rivolgere una raccomandazione a chi in vista delle festività pasquali potrebbe essere invogliato a trasgredire alle regole: “Vi prego restate a casa, non fate follie. Io anche dopo che sarò guarito cercherò di evitare contatti ravvicinati con altre persone”.
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