REGGIO EMILIA – “L’applicabilità di questo protocollo è molto difficile. Dobbiamo tenere conto che non siamo la Serie A, le nostre squadre sono articolate ma soprattutto molto spesso sono piccole società”.
Ritorno in campo più difficile. Dopo la videoconferenza di martedì sera, i medici sociali delle 60 squadre di Serie C pongono seri dubbi sulla ripresa del campionato. Un parere che esprime anche il dottor Massimiliano Manzotti, che ha rappresentato la Reggiana nella riunione. A far discutere è il protocollo sanitario della Figc per consentire la ripresa dei tornei: esami 3-4 giorni prima di un ritiro chiuso della durata di 3-4 settimane, dove la squadra si allenerebbe in isolamento. In più, tamponi ogni 4 giorni per controllare che nessuno contragga il Coronavirus. Un protocollo difficile da applicare.
“Eseguire tamponi a ripetizione, dove non si possono fare nemmeno alla popolazione, è complicato – ha detto Manzotti – In più, garantire le distanze non è semplice: se dovessimo fare una trasferta dovremmo ridurre il numero dei presenti nel pullman e prendere 5-6 mezzi per trasportare la squadra”. Nei prossimi giorni attesa una nuova riunione dei medici di Serie C per redigere un nuovo protocollo sanitario da presentare poi in Consiglio federale. Sul quando si potrà tornare in campo, Manzotti ipotizza date che non toccano la stretta attualità: “Settembre potrebbe essere un buon momento. Arrivare al 2021, più avanti si va e più si andrebbe in tranquillità. Va affrontato il problema giorno dopo giorno”.
Reggio Emilia calcio Serie C AC Reggiana 1919 emergenza coronavirus Massimiliano Manzotti ripresa sport