REGGIO EMILIA – “E’ un numero di casi giornaliero che, per quanto stabile, è alto, soprattutto per le indagini epidemiologiche, sorveglianza, adempimenti amministrativi relativi alle aperture e chiusure degli isolamenti che dobbiamo svolgere. E’ sicuramente ingente”. Parole della direttrice generale dell’Ausl reggiana, Cristina Marchesi.
L’aumento dei contagiati è costante e non più esponenziale. Ma, a oggi, si contano più di 6mila positivi e altri 4mila contatti stretti in isolamento fiduciario: 10mila persone, in sostanza, da sorvegliare. I 1.800 tamponi molecolari processati ogni giorno non sono sufficienti per stare nei tempi indicati. Si è cominciato, dunque, a utilizzare anche i tamponi antigenici rapidi che danno il risultato in 15′. Quando la macchina sarà a pieno regime, se ne faranno circa 300 al giorno in drive through dedicati. Si eseguiranno per chiudere le quarantene dei contatti stretti asintomatici e dei compagni di studenti positivi. La positività del tampone rapido dovrà poi essere confermata dal molecolare: “Non è un tampone per fare diagnosi – ha spiegato Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria Ausl – deve essere usato per screening quando ci aspettiamo che sia negativo, perché ha un’alta sensibilità quando deve dare il risultato negativo”.
Poi, c’è il fronte ospedali sui quali continua a salire la pressione. A oggi, il 42% dei ricoveri attraverso il pronto soccorso è per pazienti Covid; due settimane fa, questa percentuale era del 34%. Oggi la malattia evolve più lentamente e i tempi di degenza si possono allungare. I posti letto dedicati ai contagiati sono 357, suddivisi tra il Santa Maria Nuova, Guastalla e Scandiano. Ne sono occupati 296, l’83%. “Comincia a essere una occupazione a rischio – ha detto Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero – E’ sufficiente che ci sia un allungamento della degenza media sulle forme acute per generare una staticità del sistema”.
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