REGGIO EMILIA – Il 28 febbraio il primo caso di contagio nella nostra provincia. Poi, dieci giorni per superare quota 100 il 9 marzo, sei per superare quota 200 il 16, due per sfiorare quota 300.
Martedì 17 marzo il balzo più grande del numero di persone positive al Coronavirus: 58 in più in appena 24 ore. La provincia di Reggio Emilia è entrata nella fase di picco dell’epidemia ha detto il commissario straordinario della Regione Sergio Venturi.
Dopo il boom dei contagi prima a Piacenza, poi a Parma e a Rimini, ora tocca a Reggio e Modena affrontare la fase più difficile. Dopo una settimana di crescita del numero dei pazienti positivi al tampone nell’ordine del 10% al giorno, improvviso – anche se atteso – è arrivato il balzo. Domenica +20,9%, ieri +30,2%, oggi +24%.
Sono trascorsi invece 12 giorni fra i primi casi di Covid nel Reggiano e i primi decessi: tre in sole 24 ore, registrati mercoledì 11 marzo. Tre decessi a cui ne sono seguiti altri 19, con un picco di 5 morti giovedì 12 marzo e un totale di 26. E’ possibile, sulla base di questa curva, prevedere cosa succederà nei prossimi giorni?
“Ci aspettiamo, alla fine di questa settimana, di vedere gli effetti di questa segregazione”, le parole di Venturi in conferenza. Il fronte più delicato – in questi frangenti – è naturalmente quello del personale medico e sanitario, per il quale il commissario ha annunciato misure di monitoraggio straordinarie. “Presenteremo al presidente Bonaccini un piano che preveda che siano fatti tamponi a tutti i dipendenti delle aziende sanitarie e delle strutture convenzionate. Ci cambia poco sapere se uno è positivo, ma lo facciamo per la tranquillità degli operatori sanitari e di chi viene a contatto con loro”.
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