REGGIO EMILIA – Al centro pastorale Sacro Cuore di Gesù si è svolto un convegno sul tema del consumo di suolo organizzato dalla Rete Emergenza Clima e Ambiente.
Il nuovo Conad di via Luxemburg, il piano residenziale e commerciale per l’area di fronte al centro commerciale Le Querce o la zona del bosco urbano di Baragalla: sono solo alcuni esempi del conflitto tra la tutela del territorio e i diritti acquisiti dai proprietari.
La linea dell’amministrazione comunale è che molto si può rimettere in discussione, ma non ciò che è stato sancito da una convenzione urbanistica tra il Comune e un privato. Alcune associazioni ambientaliste, invece, non accettano questa impostazione. E’ un conflitto senza soluzione? “Fino a quando non si farà una norma sarà insanabile, certamente – le parole di Paolo Pileri, docente di Urbanistica al Politecnico di Milano – Un conflitto di interessi tra chi governa il territorio, ovvero i comuni, e chi dovrebbe tutelarlo, ancora una volta i comuni. Chiaramente, fin quando gl enti sono nella condizione di guadagnare facendo consumo del suolo, questo diventa un qualcosa che disorienta e produce solamente guasti e guai”.
Fermare il consumo di suolo significa non costruire più niente? “Significa orientare le prossime costruzioni al recupero di quello che abbiamo e ampliare un po’ la visione – ha risposto Pileri – Noi oggi abbiamo tantissime case inutilizzate, tantissimi capannoni non utilizzati, tantissimo dismesso in Italia. Nessuno fa nessun tipo di contabilità. Potremmo ripartire da lì e mettere in piedi economie straordinarie anche per il settore dell’edilizia”.
Nel comune capoluogo il Piano urbanistico generale ha riconvertito a terreno agricolo 3,5 milioni di metri quadrati di aree edificabili. E molte delle osservazioni al piano chiedono proprio di ripristinare le previsioni edificatorie che sono state cancellate. Ma i promotori dell’iniziativa bocciano le scelte urbanistiche del Comune. “Un piano che prevede l’aumento del 3% delle superfici occupate al 2050 che equivarrebbe a un’area uguale a quella occupata dal centro storico – ha ricordato Leo Bertozzi, organizzatore dell’evento – Vediamo che rimane sempre meno terreno e si aggiungono sempre più case, fabbriche, strade, appartamenti e capannoni vuoti, quindi dobbiamo rigenerare tutto questo, recuperarlo. Non sono diritti acquisiti, ma diritti concessi, quindi così come vengono concessi possono anche venire tolti”.
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