REGGIO EMILIA – Casa Manfredi, in via Nove Martiri, vicina al tracciato dell’autostrada A1, è l’unica casa partigiana del Comune di Reggio Emilia. Ora per salvaguardarla, una delegazione di 10 reggiani ha consegnato al Presidente della Regione Stefano Bonaccini e ad Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa, una raccolta di 2.000 firme. Ad accompagnare il gruppo, l’assessore alla Casa e alla Partecipazione di Reggio Emilia, Lanfranco de Franco, Alessia Remondini di Anpi, Simonetta Gilioli e Giorgio Paterlini di Istoreco, Anna Salsi, Maurizia Fiorani, Marina Ligabue e Dario De Lucia dell’Anpi di Villa Sesso, che lo scorso maggio ha promosso la petizione popolare che chiedeva di mettere in sicurezza permanente la casa dove vissero i fratelli Manfredi, martiri della Resistenza. Ad accoglierli in viale Aldo Moro c’erano anche i consiglieri reggiani Federico Amico, Stefania Bondavalli, Andrea Costa, Roberta Mori e Ottavia Soncini.
La delegazione ha sottolineato come Casa Manfredi abbia bisogno di un’importante ristrutturazione. “È urgente mettere in sicurezza l’edificio per evitarne il crollo e il danneggiamento del murales intitolato al “Partigiano reggiano” – hanno spiegato – ma anche riqualificare l’area verde a disposizione di scolaresche e visitatori di ogni età”. Per questo da un laboratorio di cittadinanza promosso dall’assessorato Partecipazione è emersa l’idea di indire un concorso di idee – lanciato lo scorso novembre dal Comune insieme ad Anpi e Istoreco, e aperto fino a fine gennaio – per la riqualificazione dell’area esterna dell’edificio. Giovani architetti e ingegneri sono stati invitati a presentare idee creative e innovative per salvaguardare questo patrimonio storico e morale della contemporaneità.
“Casa Manfredi per Reggio Emilia è un luogo simbolo della storia della Resistenza – ha detto l’assessore de Franco – Da quando il Comune ha acquisito la proprietà dell’edificio sta lavorando con Anpi e Istoreco per salvaguardare la storia e la memoria di Casa Manfredi come luogo della Resistenza e del dialogo tra generazioni. Con il concorso di idee vogliamo immaginare insieme il futuro di questo luogo così importante”.
Casa Manfredi è stata una casa di latitanza utilizzata dai giovani partigiani come rifugio e punto d’appoggio. Il percorso storico per recuperarla è iniziato con la sua riapertura nel 2019 e, nell’anno successivo, con la realizzazione della grande opera murale di street art intitolata al “Partigiano Reggiano” (dalla canzone di Zucchero Fornaciari). Il murale rappresenta i cinque membri della famiglia Manfredi – il padre Virginio e i figli Alfeo, Gino, Aldino e Guglielmo – ritratti insieme a Ferdinando Miselli e ai figli Remo e Ulderico, uccisi dai fascisti durante l’eccidio di Villa Sesso, di cui in questi giorni ricorre il 79esimo anniversario.