REGGIO EMILIA – Sul rischio di comissarimento della Camera di Commercio reggiana, Confcooperative va all’attacco del Governo.
“Siamo di fronte a un atto arrogante che, in spregio al territorio, alle sue espressioni, alle sue economie e alle sue comunità, rischia di chiudere nel peggiore dei modi una riforma discussa e discutibile perché fondata su criteri e parametri che nulla avevano e hanno a che vedere con i livelli di efficienza e il ruolo a sostegno delle imprese sviluppati dalle singole Camere di Commercio”.
Matteo Caramaschi, presidente di Confcooperative, boccia quella parte del “decreto Agosto” che impone agli enti camerali di procedere con gli accorpamenti previsti dalla riforma del 2016, pena il commissariamento. Rischio molto concreto per la Camera di Commercio di Reggio, visto lo stallo della fusione con Parma e Piacenza.
Confcooperative invita la politica a un ripensamento, sottolineando l’importanza del ruolo delle Camere di Commercio: “La drammatica situazione che si è determinata con la pandemia – ha aggiunto Caramaschi – ha chiaramente e ulteriormente dimostrato il valore delle economie di territorio e di prossimità, l’importanza del dialogo con le realtà associative e, contemporaneamente, il rilevante apporto che gli enti camerali, ben gestiti e attenti alle realtà locali in cui operano, possono assicurare per la tenuta e lo sviluppo del sistema imprenditoriale locale.
Lo dimostrano bene, tra gli altri, i 250mila euro erogati dalla Camera di Commercio reggiana per le imprese turistiche danneggiate dal Covid; i 350mila euro di voucher digitali, i 400mila euro per l’export e l’intervento per 800mila euro per facilitare l’erogazione del credito alle imprese in una situazione emergenziale, contenendone i costi e consentendo il ricorso a garanzie sussidiarie in aggiunta a quelle proprie delle singole aziende”.
Confcooperative già nel febbraio 2017 aveva contestato i contenuti della riforma voluta dal Governo Renzi sull’accorpamento delle Camere di Commercio.
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