REGGIO EMILIA – Al di fuori del territorio urbano il Comune di Reggio non autorizzerà più interventi edilizi che prevedeano il consumo di suolo. Così prevede il nuovo piano regolatore il cui iter, al momento, si trova nella fase gestazionale.
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“Cancellare tutte le previsioni urbanistiche fuori dal territorio urbanizzato non è un sogno, diventa realtà il giorno dopo la votazione del piano”. A parlare è il vicesindaco Alex Pratissoli, assessore alla rigenerazione. Il piano cui fa riferimento è quello regolatore, ridefinito e rinominato dalla legge regionale in Piano urbanistico generale. La sua approvazione da parte del consiglio comunale è prevista nell’estate del 2022. Per metterlo a punto, un anno fa ha preso il via un percorso aperto alla cittadinanza.
Tra i principali strumenti che saranno adottati ci sarà la riconversione in terreni agricoli di tutte quelle aree rese edificabili dai precedenti piani regolatori. Particolarmente impattanti sono stati quelli del 1984 e del 1999, poi ereditati dal Piano strutturale Comunale del 2011. La cancellazione delle previste urbanizzazioni, sia residenziali, che produttive o legate al terziario, non riguarderà i progetti che rientrano in convenzioni già stipulate col comune. Entro il 2050 il massimo di consumo di suolo complessivamente consentito potrà essere del 3% e potrà riguardare solo insediamenti produttivi ad alta occupabilità. Resta poi la realizzazione delle infrastrutture stradali come ad esempio le tangenziali di Masone e Bagno, Rivalta e Fogliano e la via Emilia Bis.
“Il Pug si occupa solo di ciò che c’è, individuando la rigenerazione non come alternativa ma come l’unica opportunità a far crescere la città”, ha sottolineato Pratissoli illustrando alla stampa i macro obiettivi fissati come traguardo. Tra questi c’è la riqualificazione dell’esistente. Verranno incentivati gli interventi che miglioreranno le abitazioni, ma anche gli stabilimenti aziendali, sull’esperienza di quanto è avvenuto a Mancasale e al Villaggio Crostolo. I poliambulatori di viale Monte San Michele e le ex carceri di San Tommaso sono invece due degli immobili che, una volta ristrutturati, potrebbero un domani ospitare funzioni di interesse pubblico.
Il piano intende inoltre promuovere l’agricoltura, aumentando dal 12 al 25 per cento la quota di superficie che riguarda le coltivazioni biologico. In ambito di sostenibilità c’è poi la logica della “città dei 15 minuti”, che consiste nel mettere a disposizione della popolazione i servizi essenziali a breve distanza, cioè entro un raggio percorribile a piedi in 15 minuti.
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