REGGIO EMILIA – Continua a tenere banco il tema della mancanza di neve sul nostro Appennino con le stazioni sciistiche e il comparto del turismo in ginocchio. Mercoledi è in programma a Roma un incontro tra il ministro Santanchè e le Regioni Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo per fare il punto della situazione e cercare di individuare risorse da destinare al settore. Nei giorni scorsi la Regione aveva sostenuto la necessità di investire su impianti di innevamento artificiale di ultima generazione per cercare di salvare gli sport invernali sulle nostre montagne.
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“Il cittadino si sente non incentivato a praticare buone pratiche se gli si chiede di chiudere il rubinetto mentre si lava i denti, e poi si usa l’acqua per i cannoni sparaneve o per i campi da golf”.
Il meteorologo Luca Lombroso, collaboratore del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio, stronca l’ipotesi di investire su impianti di innevamento artificiale di ultima generazione per salvare lo sci sul nostro Appennino messo in ginocchio dall’assenza di fiocchi bianchi. Una tendenza quella della mancanza di neve che è destinata a consolidarsi anche in futuro a causa dei cambiamenti climatici in atto. A sostenere la necessità di investimenti di questo tipo era stata nei giorni scorsi la Regione. “I cannoni hightech sono una contraddizione in termini fisici. Chiedono a temperatura tra -2 e -4, sopra lo zero sicuramente no. Oltre al prelievo di acqua richiede consumi di energia davvero alti”.
Insomma una pista quella della neve artificiale sparata con cannoni ad alta tecnologia che non è praticabile e che secondo l’esperto risulterebbe del tutto stonata anche dal punto di vista ambientale. “Francamente una strisciata bianca in mezzo ad un paesaggio desolato è deprimente. E comunque con le temperature di quest’anno la neve anche artificiale ce la possiamo scordare”.
Emilia Romagna neve Appennino clima Luca Lombroso cannoni sparaneveNo neve in Appennino, Giovanelli: “Col realismo possiamo salvare lo sci”. VIDEO
