REGGIO EMILIA – Le imprese hanno la necessità di riorganizzarsi e di adattare le loro strutture alle nuove realtà di mercato determinate dall’emergenza sanitaria. Lo aveva detto nei giorni scorsi in una intervista alla nostra emittente il presidente di Unindustria Reggio Emilia Fabio Storchi auspicando la fine del blocco dei licenziamenti deciso dal Governo fino al prossimo 31 marzo. Una presa di posizione alla quale replica il segretario della provinciale della Cgil Ivano Bosco. “E’ sbagliato, perché la crisi non può ricadere sui lavoratori. E’ stato anche confermato lo stato di emergenza. Non possono essere i lavoratori gli unici a pagare questa situazione”.
Va detto che il numero 1 degli Industriali reggiani aveva definito corretto il provvedimento del blocco dei licenziamenti nella prima fase dell’emergenza sanitaria. Lo stesso Storchi ha invocato la promozione di politiche per il lavoro per assistere e sostenere i lavoratori che dovessero perdere il posto.
Sulle riforme da attuare si esprime così il leader della Cgil locale: “Serve una riforma degli ammortizzatori sociali intesa in senso universale e solidaristico, una riforma fiscale e della pubblica amministrazione. Solo così si potrà aiutare il Paese a cambiare marcia. Parlare ancora una volta di licenziamenti come unico rimedio, è contraddittorio in una fase in cui molte aziende richiedono prestazioni straordinarie”.
Secondo alcune stime sindacale, lo stop al blocco dei licenziamenti metterebbe a rischio in Emilia Romagna 200mila posti di lavoro. L’orientamento del Governo è di un prolungamento del blocco dei licenziamenti fino all’estate, ma solo per le imprese effettivamente più colpite dalla crisi.
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