REGGIO EMILIA – I centri estivi saranno un banco di prova fondamentale per valutare l’andamento dell’epidemia da Covid-19 e da diversi punti di vista.
Intanto, diranno se l’età infantile si conferma poco colpita dal virus, ma anche se i bimbi possono essere vettori del virus stesso; poi, saranno un primo grande esame organizzativo e di valutazione della risposta di operatori e famiglie rispetto alle disposizioni e alle restrizioni in vista del nuovo anno scolastico. I Comuni e la Regione stanno lavorando da settimane ai centri estivi, possibili dall’8 giugno.
Tra i vari provvedimenti presi, oltre alle linee guida arrivate giorni fa da Bologna, quello della decisione nelle ultime ore di sottoporre a tamponi, a tappeto, gli educatori e il personale impiegato. Questo sarà possibile grazie ai 5 macchinari arrivati che porteranno la potenzialità degli esami in Emilia Romagna dai 5mila al giorno attuali a 10mila e 500 al giorno, con l’idea di arrivare a 15mila tamponi quotidiani nel prossimo autunno. “La Regione – si legge nel comunicato – individua tra le priorità proprio l’esecuzione di tamponi naso-faringei sul personale impiegato nei centri estivi e annuncia l’impegno a effettuarli su coloro che avranno contatti con bambine e bambini e ragazze e ragazzi dai 3 ai 17 anni”.
“Abbiamo deciso di dare un elemento di sicurezza in più ai Comuni, ai gestori, alle famiglie e a lavoratrici e lavoratori – ha detto la vicepresidente dell’Emilia Romagna e assessore al Welfare, Elly Schlein – nello sforzo di partire quanto prima e in sicurezza. Siamo fra le pochissime Regioni ad avere da 20 anni specifiche disposizioni riguardanti l’organizzazione dei centri estivi”.
Sempre in quest’ottica, è stato chiarito che le mascherine devono essere indossate da tutte le persone che accedono al centro, fatte salve le dovute eccezioni per specifiche attività. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni e i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina.
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