BOLOGNA – Niente balli di coppia, niente feste con i genitori, niente giochi in grandi gruppi: è un’estate di divieti, in nome della sicurezza, quella che si apprestano a vivere i bambini nei centri estivi del nostro territorio. Sono le regole contenute nel protocollo regionale per le attività ludico-ricreative, appena approntato dalla Regione. La scuola sta per finire e, dopo mesi chiusi in casa con la didattica a distanza, ecco il momento di uscire, complice la bella stagione, ma con tutte le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria che è in calo ma non ancora finita. E così si cercano soluzioni: a San Lazzaro intanto ha riscosso grande successo l’idea della sindaca Isabella Conti, di far vivere all’aperto il saluto di fine anno delle ultime classi delle elementari e delle medie, un rito di passaggio importante da preservare in qualche modo. Ma come riuscire a far convivere la sicurezza e il distanziamento con la voglia naturale dei ragazzi di stare insieme? Non sarà semplice, ci si prova con il protocollo che prevede alcuni consigli: il salto della corda e le capriole per i bimbi tra i 3 e i 4 anni, il gioco della campana per quelli tra 5 e 7 anni e il salto in lungo fino agli 11 anni. Inoltre sarà necessario sanificare i palloni usati per giocare e lasciare le palline da tennis in una scatola per 12 ore dopo averle usate. Il vademecum che la regione ha preparato comprende indicazioni pratiche molto dettagliate perché la sfida è delicata: riportare i bambini gradualmente alla socialità e fornire un supporto alle famiglie che devono tornare al lavoro.
Questa bozza riguarda i bambini dai 3 ai 17 anni perché l’Emilia Romagna sta aspettando in queste ore il via libera del governo per poter far partire anche i nidi estivi, cioè servizi da zero a tre anni. In quel caso serviranno precauzioni ancora maggiori, ma intanto mettere nero su bianco le regole per i più grandi aiuta a visualizzare. La norma principale resta comunque quella di operare se possibile in spazi aperti, ombreggiati e per piccoli gruppi che restino sempre omogenei. Per bambini della scuola dell’infanzia ci sarà un educatore ogni 5 bambini, uno ogni 7 fino agli 11 anni e un adulto ogni 10 adolescenti per i più grandi. La continuità delle relazioni tra gli educatori e i piccoli gruppi è pensata anche per consentire l’eventuale tracciamento di casi di contagio. Bisognerà prevedere anche la presenza di un bagno ogni 25 persone e di un lavabo ogni 15. Sarà possibile reclutare volontari, da 16 anni in su. All’ingresso delle strutture sarà possibile allestire un triage per misurare a tutti la febbre e rimandare a casa i bimbi con temperatura superiore a 37,5.
Queste regole si applicheranno a tutti i gestori dei centri estivi che in Regione sono tantissimi, dalle cooperative sociali ai soggetti del terzo settore. Il Comune di Bologna, che ha annunciato l’apertura dal 20 giugno dei centri per i bambini, si prepara a pubblicare entro questa settimana il bando per le iscrizioni.
Emilia Romagna Protocollo centri estivi