CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Una memoria ingombrante e da ridiscutere per i trascorsi fascisti e di membro di una loggia coperta della massoneria. Sarà questa la sorte di una foto dell’ex sindaco e podestà di Castelnovo Monti, Celio Rabotti, alla guida del Comune montano negli anni Venti del secolo scorso, e poi anche deputato fascista che approvò le leggi razziali contro gli ebrei nel 1938, oltre che podestà di Reggio Emilia perfino durante il periodo della Repubblica di Salò, fino al marzo 1945.
L’iniziativa è promossa da una mozione del gruppo di opposizione Castelnovo Libera – che rappresenta Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Udc – e del Movimento 5Stelle. La reazione è favorevole da parte della maggioranza di centrosinistra, che già si era rivolta a Istoreco per un approfondimento su quel personaggio controverso, di cui si sospetta anche un ruolo attivo nella persecuzione e deportazione di ebrei reggiani nei lager nazisti. La foto di Celio Rabotti si trova nell’atrio della sala consiliare assieme alle citazioni e alle foto di tutti i sindaci di Castelnovo Monti dall’Unità d’Italia a oggi. Quel memoriale sui primi cittadini era stato creato sette anni fa, ma ora si apre una riflessione su quell’ex sindaco e podestà fascista, la cui pessima reputazione è aggravata dal fatto di essere stato membro di una loggia massonica coperta.
Morto nel 1975 a Brescia, dove si era trasferito, Rabotti ha fatto parte della Virtus di Bologna, una loggia massonica segreta individuata nel 1983 grazie alle indagini della commissione Anselmi che indagava sulla P2 di Licio Gelli, un’associazione al centro di trame eversive. L’esposizione della foto di quel sindaco senza almeno una didascalia su questi suoi deplorevoli precedenti rischia di diventare una memoria edulcorata di un passato tragico.
Gian Piero Del Monte
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