CASTELLARANO (Reggio Emilia) – Arriva dal comune matildico un’esperienza destinata a essere un modello a livello italiano nel campo della transizione energetica: la prima cooperativa edìle che diventa comunità energetica rinnovabile.
“Il 4 febbraio, alla presenza del notaio Giovanni Aricò, abbiamo trasformato l’oggetto sociale da cooperativa di edificazione a comunità energetica rinnovabile – le parole di Andrea Serri, presidente della comunità energetica rinnovabile Viappiani – Ci dicono i tecnici di Confcooperative che siamo a livello nazionale la prima cooperativa che si è costituita in tal senso”.
La seconda vita della cooperativa “Luigi Viappiani” di Castellarano, nata nel 1979 per realizzare le 42 villette a schiera nell’omonima via, parte nel nome della transizione energetica. I 35 soci proprietari hanno deciso di investire le risorse che l’impresa aveva ancora in cassa, 250mila euro, per realizzare un comune impianto fotovoltaico per autoprodursi, da una fonte rinnovabile, l’energia. Ci sono voluti consulenti e avvocati per arrivare alla firma del nuovo statuto perché l’esperienza in Italia non ha precedenti. Un progetto che può beneficiare di contributi pubblici. “Andando a definire un campo fotovoltaico con risorse già disponibili, abbiamo la possibilità da un lato di fissare per i prossimi 20 anni attraverso il contributo e per i prossimi 30 attraverso la produzione di energia un costo fisso per l’energia elettrica”, ha aggiunto Serri.
“Stiamo cercando di capire se e come partecipare alla comunità, mettendo a disposizione eventualmente il tetto di edifici pubblici”, ha invece aggiunto il sindaco Giorgio Zanni. Attraverso uno studio di fattibilità si sta cercando di capire la dimensione che dovrà avere l’impianto fotovoltaico e dove potrà essere collocato. Ma l’iniziativa è già un modello: “Una comunità energetica rinnovabile deve utilizzare un vettore societario non a fini di lucro e la cooperativa per definizione non ha fini di lucro. Secondariamente, la quasi totalità dei soci sono localizzati a Castellarano e, quindi, all’interno della cabina primaria. Infine, immaginiamo di fare questo investimento con risorse che abbiamo direttamente in cassa, non c’è la fase di raccolta o di risparmio per gestire gli investimenti”.
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