NOVELLARA – C’è silenzio tra le serre che proteggono le coltivazioni di cocomere. Nessuno sta perforando il terreno, non ci sono i cani che con il loro fiuto setacciano la zona. Da 24 ore, nell’azienda agricola Bartoli di Novellara si lavora come si è sempre fatto e come non accadeva da più di due mesi. Sono durate 67 giorni le ricerche del corpo di Saman Abbas, la 18enne pakistana che gli inquirenti ritengono che sia stata uccisa dalla famiglia dopo aver rifiutato un matrimonio combinato e seppellita in quell’area. Il delitto sarebbe avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. Ma il cadavere non è stato trovato.
L’attività di ricerca è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Reggio e della compagnia di Guastalla, coordinati dalla procura. Più di 500 i militari che si sono alternati in queste settimane. Le unità cinofile dei vigili del fuoco sono entrate in azione il 12 maggio, poi sono subentrati i cani molecolari, specializzati nella ricerca dei cadaveri: per agevolare il loro fiuto è stato necessario eseguire i carotaggi del terreno. Quindi è stata la volta delle unità cinofile della polizia tedesca e di un’associazione di volontari svizzeri. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno perlustrato i canali. Sono state passate al setaccio due porcilaie dismesse nella zona. E poi il lavoro con strumentazioni sofisticate, come gli elettromagnetometri per l’analisi del terreno, i droni, l’elicottero.
Nulla. La macchina delle ricerche è stata smobilitata. Non c’è più la pattuglia dei carabinieri nel cortile a presidiare le zone per evitare che qualcuno potesse intralciare le ricerche. Il via e vai ora è quello è solo quello dei dipendenti dell’azienda agricola e dei clienti che arrivano al punto vendita. Come se nulla fosse mai accaduto.
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